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Thursday 25 February 2010

I don't understand

Una festa a sorpresa. Senza aspettarselo. Un dopo concerto di pochi minuti per augurare ad una cara amica “Buon compleanno”. Era emozionata. Mi ha immato dicendo: “ho ricevuto più attenzione qui, che non da chi avrei voluto in RL. Mi date tanta felicità”. Un altro caro amico aveva preparato la tavolata con torta, brindisi e accoglienza di tutto punto.
Basta davvero poco, in SL, per rendere felice una persona. Rispetto ai convenevoli a cui siamo abituati in real, bastano pochi istanti “per circondare” di attenzioni gli amici. E’ la magia del virtuale, la semplicità di un click con il quale puoi chiamare il mondo intero. E, potendo, parlare davvero con il mondo intero.
Mi rimprovero di conoscere in maniera molto elementare l’inglese. Poche e sbiascicate frasi (che regolarmente stravolgo anche nella stesura) per non parlare di una inverosimile pronuncia che l’allora “Prof” delle superiori cercava ostinatamente di insegnare alla mia classe in musica. Che ora fantastica quella di english! Beatles, Rolling Stones, Who… il mangiacassette (quello c’era ai miei tempi) emetteva nota su nota le loro canzoni, mentre noi, con i fogli dei testi in mano, cercavamo disperatamente di dare un senso a tutto questo.
Già, un senso. Guarda la combinazione. Come il titolo di una canzone di Vasco. Se riuscissimo a dare un senso più autentico al nostro fare o dire (la sottoscritta in particolare) potremmo aspirare a traguardi migliori. Credo che la “prof” ambisse proprio a tale obiettivo. Dare “un senso” a quella sterile ora di inglese, che così sterile appariva nel lontano ’78. A distanza di 32 anni, reincontrandola, potrei dirle: “Hei prof! Con l’inglese… nada… ma sa quanto mi piace la musica?”. Non tutto è andato perduto.

Monday 22 February 2010

Tra dire e fare

Avrò cambiato almeno tre o quattro volte il titolo di questo post. E’ una deformazione professionale che mi perseguita. Pensare ad un fatto accaduto o ad un evento, rimescolare le idee per fare sintesi, mi porta inevitabilmente a dire… Perfetto, lo intitolo così. Certo, ma a seguire? Forse sono troppe le elucubrazioni mentali. Nessuno sa, meglio di uno psicologo, quanto faccia bene alla mente e allo spirito lasciarsi andare in una libera associazione di idee, fatta di stati d’animo, sensazioni, preoccupazioni ed esaltazioni.
Nessuna di queste deve avere un senso logico. Debbono soltanto appartenere al proprio vissuto o a qualche “sogno” che usiamo chiudere in un cassetto, di cui puntualmente ci dimentichiamo. Come tutto ciò che amiamo riporre nei cassetti in real, il cui contenuto è riesumato a tempo debito con nostra grande sorpresa…
Insomma, in questa libera associazione di idee avevo già dimenticato lo scopo di questo post e in particolare del suo titolo.
Ma poi, uno scopo, è davvero necessario? No. Mi rispondo da sola.
Anzi, con la canzone di Giorgia http://www.youtube.com/watch?v=sWZNmIsv-PU
Il tutto per dire che era un pretesto...

Friday 19 February 2010

Fine di un mito

**Italian Mood** ha chiuso i battenti. Dopo più di tre anni, il locale fondato da Swina Allen e Sandy Demina è un arido pezzo di terreno sul quale sono rimaste poche tracce di ciò che, per SL, ha rappresentato quel luogo. Nulla, però, è andato perduto.
Era un forte punto di incontro per tutte le generazioni musicali, di numerosi artisti agli esordi in SL, ma per lo più di gente con molto talento che si è esibita, di lì a poco, nelle più prestigiose land. Giusto per citare qualche nome, ricordiamo Kim Seifert, Anek Fuchs, Torben Asp, VLB, UKD Project, Davide Garobie, Stella Slavinsky, Nance Brody, Jean Munro, MichelleD Ecksol, Pa Decosta, EddieGuitar Dagger, Angelina Ozsvar, Dallas Horsefly, Dominick Manatiso, Thumper Boucher, Jonny99 Gumshoe, OnlyHalfCrazy, Jax Streeter, Silas Scarborough, FacelessAPe Mefusula, DanLange Diavolo, zak claxon, steely decosta, avatar quinzet, harper messmer, seba sideways, Harry Frychester, Skye Galaxy, steely decosta e molti altri ancora.
Un pezzetto di storia della musica italiana e internazionale, se ne va. Ognuno di questi artisti, perché molti di loro lo sono a tutti gli effetti anche in RL, ha imboccato la propria strada, ma sono certa che porteranno con sé un bel ricordo dell’esperienza vissuta a **Italian Mood**.
Non fosse altro per la presenza attiva e coinvolgente di Sandy Demina (http://sandydemina.blogspot.com/) la quale, serata su serata, nottata dopo nottata, si metteva alla spasmodica ricerca di gente in gamba da portare al Mood, di owner e di PR che venissero ad ascoltarli, di amici e di estimatori della “buona musica” pronti a sostenerli.
Per non parlare del lavoro di promozione e di feedback che la stessa Sandy ha meticolosamente portato avanti sul blog di **Italian Mood**.
Anche Swina Allen (http://www.swinaallen.com/) ci ha messo del suo, ci mancherebbe.
Ma i tempi cambiano, le passioni pure, come gli interessi e gli obiettivi delle persone che qui hanno ruoli diversi.
Per una land che chiude, altre sono pronte a sorgere. Siamo qui per scoprirle. Goodbye **Italian Mood**!

Thursday 18 February 2010

Dedicato (a chi?)

Qui si scrive in musica. Anzi, pensando alla musica e ai testi che, ripercorrendo parola dopo parola, ti accorgi non essere insignificanti. Stavo pensando alla canzone di Ivano Fossati intitolata “Dedicato”, che ancora oggi offre generosamente al suo pubblico durante i concerti.
Ha trentanni questa canzone, ma non li dimostra. Quanto mai interessante, è cogliere l’abbinamento del testo con le persone che alloggiano in SL, o di quelle che vi “transitano”, che appaiono come meteore per poi dissolversi. Nel nulla.
Perché di questo si tratta. Tanti (e troppi) entusiasmi iniziali, alla pari di una folgorazione, che presto si tramutano in stridenti silenzi. Meglio non parlare, fare finta di niente. Penso a me stesso/a. Gli altri? Fanculo. Questo è il "modus vivendi" dei più.
Allora il testo (o parte di esso) è dedicato ai “fanculo”. Anziché guardarsi allo specchio, provino a cercarsi dentro. Non ho idea di cosa troveranno. Anziché vivacchiare imparino a giocare. Come richiede il significato autentico del termine. Con ludicità. Con divertimento.

“A chi si guarda nello specchio e da tempo non si vede più” (…)
“A chi ha cercato la maniera e non l'ha trovata mai” (…)
“Per chi ti vuole una volta sola e poi non ti cerca più,

dedicato a che capisce quando il gioco finisce e non si butta giù” (…)

Dedicato a loro. A chi pensa o vorrebbe essere diverso dagli altri.
Magari la diversità sta proprio qui. L’essere fuori dal coro.
Mo’ ci penso… Nel frattempo, canto. E il “Dedicato” rimane.

Friday 12 February 2010

"Ti sento" - Antonella Ruggiero

http://www.youtube.com/watch?v=XeyzvYP3RUY

E' da ascoltare...

Chi non muore... si risente!

Sì, lo so, il detto recitava "chi non muore... si rivede”, ma in questo caso è meglio utilizzare il “si risente” perché parliamo di musica, di concerti, di note… insomma, di quanto amiamo ascoltare e non esclusivamente guardare.
Mi sono decisa a riprendere il filo di questo blog, interrotto esclusivamente per pigrizia quasi un anno fa. E perché? Si chiederà qualcuno… Ma poi davvero qualcuno se lo domanderà?
Neppure io mi sono posta, fino ad oggi, la domanda.
Certo è che di cose ne sono accadute. Un’infinità. Passati i grandi entusiasmi dei circuiti di Milano, Marostica e Legenda (per i quali ho sempre ricordi bellissimi), è giunto il momento (e per fortuna dico io) di spaziare altrove e di conoscere nuovi orizzonti.
La carriera canora è proseguita senza sosta. Gli amici sono triplicati. Quelli buoni sono rimasti, così come se ne sono aggiunti di “ottimi” strada facendo.
Insomma, Choise è tornata, anzi, è tornato in auge non solo il suo avatar, ma chi l’anima.
La canzone del momento, che più mi piace presentare, è “Ti sento”, cantata da Antonella Ruggiero ai tempi dei Matia Bazar. Ed è quella che "sento" di più in assoluto, perché come disse la stessa, grande e incomparabile, Antonella «Quando la musica è grande, è grande ovunque. Non ha limiti o barriere.»
Verissimo, troppe volte ci fossilizziamo in quei luoghi che crediamo appartenerci, per sempre... Invece SL, come la nostra real life, va esplorat e vissuta giorno dopo giorno.
Eccomi qua, ci sono...